La psicopatologia di confine o "borderline", per molti anni, ha trovato difficile collocazione nosografica, al limite fra l'area psicopatologica delle nevrosi e quella delle psicosi, venendo, quindi, variamente identificata come sindrome "pseudonevrotica", "stato limite", "sindrome marginale". Kraepelin ha descritto forme attenuate di "demenza precoce". Bleuler ha introdotto il concetto di "schizofrenia latente" per indicare condizioni cliniche particolari, in cui questa latenza psicotica sembra svolgere un ruolo patoplastico sull'espressione sintomatica di quadri clinici, apparentemente nevrotici o caratteriali. Ey ha definito questi quadri clinici "schizonevrosi" considerandoli espressione dell'evoluzione della nevrosi alla psicosi.
Attualmente gli stati borderline vengono considerati disturbi mentali propriamente detti, dotati di stabilità e coerenza interna, con dignità autonoma in ambito nosografico, intese come "organizzazioni autonome", distinte dalle nevrosi e dalle psicosi. In una visione alternativa all'approccio diagnostico-categoriale, i disturbi di personalità rappresentano varianti disadattive di tratti di personalità, che sfumano nella normalità e in altri disturbi psicopatologici.
Da: M.T. Daniele, V. Manna, M. Pinto, (2013), Oltre ogni Limite, (Lo sguardo del borderline da Edipo a Narciso), Alpes edizioni, Roma, (Retrocopertina)